Napoli, 25 Novembre 2022 – L’ONU ha scelto il venticinque novembre come Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, per un motivo ben preciso, in questo giorno, infatti, era il 1960, nella Repubblica Dominicana, tre donne coraggiose e colte, le sorelle Mirabal: Patria Mercedes, Maria Argentina Minerva, Antonia Maria Teresa si stavano recando dai loro mariti in prigione.

La loro auto fu bloccata da uomini vili e folli, che in virtù del posto che occupavano, erano agenti del servizio d’informazione militare, le fermarono e con la forza le trascinarono in una piantagione di zucchero dove le stuprarono, torturarono, bastonarono per poi strangolarle e rimetterle in auto spingendo quest’ultima in una scarpata per simulare un incidente. La loro colpa? Essersi opposte al regime del dittatore Trujillo, essere delle rivoluzionarie.

In ogni femminicidio c’è “una colpa”, qualcosa che la donna “ha fatto” o “non ha fatto” motivo di pretesto per poterla violentare, torturare, ammazzare. Purtroppo, nella stragrande maggioranza dei casi, ciò avviene grazie alle mani di una persona alla quale si era legati da vincoli di parentela, qualcuno che “amava” o “aveva amato” la donna che poi aveva ammazzato.

La violenza fisica è la punta dell’iceberg, è ciò che appare, che è evidente, ma c’è una violenza che è altrettanto grave, forse lo è ancora di più ed è celata, quella psicologica. Quante donne subiscono quel logorio mentale e spirituale che le porta a pensare di essere loro quelle sbagliate, le colpevoli, coloro che istigano o che non sono abbastanza o che sono troppo? Quante donne per amore dei figli, subiscono situazioni, relazioni, soprusi? Perché? Cosa genera questa furia violenta? Cosa autorizza un uomo a trattare così una donna?

Non sono un’esperta e di sicuro questa mia osservazione è limitata, soprattutto non giustifica assolutamente nessun tipo di violenza, ma avendo lavorato tantissimi anni con i bambini, ho notato che molti bambini violenti, subivano violenza, che molti bambini che picchiavano venivano picchiati. L’istinto violento e omicida magari alberga già nella mente, ma di sicuro l’ambiente in cui si cresce lo può accendere così come può tenerlo celato per sempre.

Un ruolo vitale in questa giornata lo rivestono gli uomini, i padri soprattutto ed è a loro che voglio inviare questo messaggio.

Nelle Vostre mani c’è l’evoluzione del mondo, il Vostro operato farà sì che i figli capiranno il rispetto verso la donna, la gestione della forza fisica e dell’istinto sessuale. La gentilezza con cui tratterete la loro madre, la rabbia che riuscirete a reprimere, l’utilizzo della parola, della comunicazione per risolvere i problemi, la cura che vi prenderete di lei, sarà da esempio per loro. Non importa se siete ancora una coppia, anzi, serve ancora di più se vi siete divisi. Ciò che voi farete oggi, potrà portare un cambiamento nel mondo e potremo finalmente non avere più bisogno della giornata contro la violenza sulle donne.

Voglio concludere questa mia riflessione con il testo di una canzone che amo molto e che è un po’ lo specchio di questa società malata: “Gli uomini non cambiano” dell’intramontabile Mia Martini, come auspicio che invece possa accadere quanto prima l’esatto contrario.

Sono stata anch’io bambina
Di mio padre innamorata
Per lui sbaglio sempre e sono
La sua figlia sgangherata
Ho provato a conquistarlo
E non ci sono mai riuscita
E ho lottato per cambiarlo
Ci vorrebbe un’altra vita
La pazienza delle donne incomincia a quell’età
Quando nascono in famiglia quelle mezze ostilità
E ti perdi dentro a un cinema
A sognare di andar via
Con il primo che ti capita e che ti dice una bugia

Gli uomini non cambiano
Prima parlano d’amore
E poi ti lasciano da sola
Gli uomini ti cambiano
E tu piangi mille notti di perché
Invece, gli uomini ti uccidono
E con gli amici vanno a ridere di te

Piansi anch’io la prima volta
Stretta a un angolo e sconfitta
Lui faceva e non capiva
Perché stavo ferma e zitta
Ma ho scoperto con il tempo
E diventando un po’ più dura
Che se l’uomo in gruppo è più cattivo
Quando è solo ha più paura

Gli uomini non cambiano
Fanno i soldi per comprarti
E poi ti vendono la notte
Gli uomini non tornano
E ti danno tutto quello che non vuoi
Ma perché gli uomini che nascono
Sono figli delle donne
Ma non sono come noi

Amore, gli uomini che cambiano
Sono quasi un ideale che non c’è
Sono quelli innamorati come te
Compositori: Giancarlo Bigazzi / Marco Falagiani

 Lella